Vengo dai giardini a voi, figlie dei monti:
da dove la Natura vive paziente, quotidiana,
curata, curatrice, tra uomini diligenti.
Voi, gloriose querce, somigliate un popolo di Titani
in un mondo domato, e siete solo vostre e del cielo
che vi nutrì e allevò e della terra che vi fu madre.
Nessuna di voi conosce la scuola degli uomini.
Gioiose, libere, dalle forti radici, confuse
prorompete, afferrate lo spazio con braccia possenti
come l’aquila la sua preda, e incontro alle nubi,
chiare, grandi, levate la vostra corona assolata.
Ognuna di voi è un mondo come le stelle del cielo,
vivete, ognuna come un Dio, insieme in un libero patto.
Se tollerassi la schiavitù non vi invidierei
questa selva e mi piegherei alla vita di tutti.
Se il mio cuore non fosse avvinto alla vita di tutti
– non sa lasciare l’amore – tra voi vorrei dimorare.
Le liriche
Friedrich Hölderlin
Gli Adelphi, 1997
(pubblicato in prima data Lunedì 01 Aprile 2024)